C’è una nuova/vecchia generazione che avanza — o meglio, fa finta di avanzare — ed è fatta di uomini (e qualche donna, ma meno - le donne hanno mediamente più senso del ridicolo o forse a loro non piace pedalare - ) ultrasessantenni, vestiti come se stessero affrontando il Pordoi o lo Zoncolan. Casco aerodinamico, occhiali tecnici specchiati, completino aderente che lascia poco spazio all'immaginazione, e naturalmente: e-bike da 4.000 euro.
Li vedi partire fieri al mattino presto, col Garmin al polso e il cuore pieno di orgoglio.
Li incontri poi, qualche curva più in là, macinare kilometri come se fossero Pantani senza sforzo apparente.
E nel mentre: documentano.
Stories, selfie, video con il tuta d'ordinanza e l’hashtag #impresadelsabato.
La loro convinzione è granitica: "oggi ho fatto 80 chilometri, pendenza media 5%. Meglio di quando avevo 20 anni!"
Ora. Nessuno vuole rovinare loro la festa.
Ma quei chilometri li ha fatti un motore elettrico da 250 watt, non la tua coscia.
E quella scalata eroica... è una statale con bar e fontanella ogni due chilometri.
Ma loro ci credono.
Ma io dico, non è meglio essere onesti con se stessi e compare una moto (magar elettrica per essere comunque green) oppure una bici normale che se fai 5 chilometri li hai fatti veramente tu e forse qualche caloria l'hai pure bruciata.
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