mercoledì 14 maggio 2025

Pedalatori dell'illusione / 2


Mentre scrivevo, o meglio facevo scrivere a ChatGPT “Pedalatori dell’illusione” (bel titolo, ma purtroppo non l’ho inventato io, bensì ChatGPT), con lo scopo di “schifare” la categoria e perché non mi veniva in mente nessuna storiella, mi sono rammentato di quanto accaduto diversi anni fa, prima che queste moto travestite da biciclette fossero così diffuse — e che probabilmente ha generato questa mia avversione.

Montagna, estate. Uno di quei posti fighi dove, se non sei completamente idiota o veramente ricco, ti trovi sicuramente a disagio. Qualche giorno di relax, dal costo salatissimo, ma con “occasione” Booking Genius prima della calata degli Unni agostana.
Mia moglie, bella e sportiva, mi "suggerisce" di fare una passeggiata tranquilla (30 chilometri fra andata e ritorno) a piedi.

Ora, è doveroso precisare che io sono tendenzialmente pigro, ma grazie alla determinazione di mia moglie ogni tanto vengo convinto a fare delle specie di “imprese” — soprattutto per me — ma assolutamente abbordabili per chi fosse dotato di un fisico, diciamo, non troppo imponente.
Ad ogni modo, colgo la sfida e ci prendiamo l’intera giornata. Complice una temperatura fresca e una discesa abbastanza dolce, riesco ad arrivare alla fine del tragitto di andata: giretto fra negozi (solo guardare), pranzo più o meno leggero (per quanto possa esserlo in montagna), e ritorno.

RITORNO!!!
Punto i piedi e intimo a mia moglie di prendere l’autobus: mai avrei affrontato quel tragitto in salita.
Dopo alcuni minuti di pantomima da parte mia, con mia moglie che mi guarda come se avessi 3 anni, naturalmente si parte e cominciamo la scalata.
Oddio, scalata... un tragitto perfettamente asfaltato, con pendenze minime compatibili con la ferrovia che percorreva il tracciato prima che diventasse passeggiata. Una strada dolce, tranne per uno scherzo di progettisti sadici che — non so per quale motivo — in prossimità di un ameno cimitero di paese decidono di inserire una scalata stile Monte Bianco, con pendenze proibitive.

Mi fermo alle pendici, indeciso sul da farsi, ma poi mi faccio forza, galvanizzato dal fatto che ero comunque arrivato fin lì, e affronto questa sfida aggrappandomi letteralmente al corrimano che qualche pietoso geometra comunale aveva fatto installare: qualche centinaio di metri, ma capaci di schiantarmi completamente.

Faccio leva sulle poche forze rimaste e mi isso per gli ultimi metri prima della vetta.
A quel punto, arriva un ciccione di 200 chili in bicicletta che mi brucia sulla cima senza fatica apparente.

Rimango basito.

Comincio a pensare di essere prossimo a un infarto, un rifiuto umano che vede ostacoli enormi dove altri vedono piccoli pendii, e mi deprimo.

Gli ultimi chilometri sono drammatici. Come Fantozzi, comincio ad avere le visioni: ciccioni che corrono, saltano e pedalano attorno a me, mentre io mi trascino per guadagnare l’albergo.

La sera, dopo cena, dico alla mia dolce metà che sono molto stanco dopo l’impresa e che preferirei dormire; mi addormento ed il sonno agitato è infestato dai soliti ciccioni danzanti.

L’indomani l’umore è migliore e decidiamo di fare un giro per il paese.
Qui vedo innumerevoli "noleggio biciclette" e, con la curiosità e la sagacia che mi contraddistinguono, mi avvicino a un addetto e gli chiedo come mai ci fossero tutte quelle biciclette, visto che la montagna è notoriamente impervia e attorno a me c’erano diverse persone ben poco atletiche.

Mi guarda stranito e mi dice: “Sono e-bike!”.

“E-cosa...?”

"Sono biciclette elettriche: permettono di andare in salita senza fatica"

“Ciccione maledetto e traditore”, penso fra me e me, “hai imbrogliato!”
Mi hai fatto sentire uno smidollato, ma non era farina del tuo sacco — o meglio, dei tuoi grassi muscoli.

Preso da sacro furore, voglio lavare l’onta e propongo a mia moglie di affittarle anche noi.
La mia bussola morale mi guarda dolcemente e mi dice: “Ma così anche noi saremmo dei bari!”.

Grazie, mia luce.

Anche se forse la frase non era proprio così.
Ma si sa, i ricordi migliorano con il tempo.

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