lunedì 12 maggio 2025

Segno del destino



Quando mi è venuto in mente di scrivere un diario — uno spazio dove dare voce a quelle riflessioni che, sempre più spesso, affiorano nella mia mente — avevo chiaro fin da subito che non avrei parlato di cose straordinarie. Quelle le lascio volentieri agli "influenser" con la vita sempre in modalità filtro Instagram.
Io volevo raccontare esperienze di vita vissuta, semplici, quotidiane. Quelle che capitano ogni giorno attorno a noi e che io, troppo giovane per essere un boomer e troppo vecchio per qualsiasi altra categoria riconosciuta dal sistema, faccio sempre più fatica a capire.
La seconda scelta è stata il nome del diario. Volevo qualcosa di abbastanza attraente, ma senza sembrare troppo serioso o pretenzioso.
Avevo pensato a un titolo, poi subito scartato convinto che fosse già stato usato, abusato e declinato in mille varianti.
Invece lo trovo lì: bello, pulito, disponibile. Pronto per essere usato.
A quel punto mi sono detto: sarà per forza un segno del destino.
Il resto — come si dice nei racconti con pretese molto più alte di questo — è storia.

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